Spesso chi sponsorizza la Nutrizione Vegetariana viene accusato di occuparsi di argomenti privi di validità e rilievo scientifico. A partire dagli anni ’50 (i primi articoli pubblicati ad opera di MG Hardinge risalgono al 1954) è sorto un filone di ricerca, portato avanti da clinici ed epidemiologi, che si occupa di indagare gli aspetti medico-scientifici della di tale tipo di nutrizione.
L’approccio scientifico all’ alimentazione Vegetariana ha lo scopo di migliorare la condotta nutrizionale di coloro i quali si rivolgono a questo tipo di alimentazione per motivi diversi (religiosi, ecologici e salutistici), ma permette anche di migliorare le nostre conoscenze nel campo delle importanti relazioni esistenti tra alimentazione e stato di salute.
Sin dai primi studi di popolazione condotti dai ricercatori californiani della Loma Linda University, che hanno avuto il merito di aver dato il via a questo importante settore della medicina, i soggetti vegetariani, quando confrontati con i non-vegetariani, sembravano godere di un miglior stato di salute in relazione a minori tassi di mortalità totale e di incidenza di patologie maggiori quali i tumori e le malattie cardiovascolari.
La Food and Drug Administration americana afferma tutt’oggi: “Chi consuma più di 80 grammi quotidiani di carne rossa, alza di otto volte il rischio di tumori allo stomaco e all’intestino, oltre che alla prostata negli uomini, e al seno nelle donne”. Bassi consumi di carne rossa non sarebbero tuttavia sufficienti da soli a spiegare il generale miglior stato di salute dei vegetariani.
E’ quindi lo studio di quelli che sono gli aspetti positivi della dieta vegetariana a rappresentare il focus della ricerca in questo campo, alla scoperta di risultati che potranno poi essere di utilità sia per i vegetariani che per gli onnivori. Dati scientifici a nostra disposizione dimostrano infatti come elevati consumi di frutta e verdura siano correlati con più basso rischio di tumore in diverse sedi e con una minor incidenza di patologia ischemica miocardica e cerebrovascolare.
Il consumo di alimenti vegetali non elaborati, oltre che rispettare il contenuto di acido alfa-linolenico, permette anche una più elevata introduzione di fibre, che sono risultate protettive nei confronti del rischio di coronaropatia e di diabete mellito tipo 2. I vantaggi dell’alimentazione sono quindi riconducibili, più che al minor consumo di carne rossa, al maggior consumo di alimenti con effetti positivi sulla salute, quali frutta, verdura, cereali integrali, oli vegetali non-idrogenati.
Questi dati devono far riflettere perché di comune utilità per vegetariani ed onnivori, e devono guidare ulteriori ricerche che stabiliscano quale sia ad esempio l’introito ottimale di frutta e verdura, quali siano realmente i costituenti di questi alimenti dotati di effetti positivi sulla salute, quale sia l’assunzione ottimale di olii vegetali e di cibi che li contengono. Anche una dieta vegetariana può essere nociva per la salute, se non comprende questi cibi, ad esempio quando sono troppo presenti dolci, bevande o alimenti preconfezionati.
L’American Dietetic Association definisce che le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute e nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza, e per gli atleti.
Ristoranti vegetariani o con menù vegetariano a Roma: