In tutto questo il Nutrizionista ha un ruolo fondamentale. Perché parlare di alimentazione del bambino? E’ fuori di dubbio che il momento migliore per impostare una corretta alimentazione sia proprio durante l’età infantile.
Le norme nutrizionali più appropriate, quelle che fonderanno la base degli stili alimentari dell’adulto, si apprendono infatti proprio durante l’infanzia, ed in particolare nei primi due anni di vita. L’importanza di un corretto stile alimentare (anche della famiglia) durante l’infanzia influenza direttamente l’alimentazione e lo stato di salute futuri.
Il latte è l’alimento completo per il neonato, fornisce tutti i nutrienti necessari alla crescita compresa l’acqua, le vitamine (eccezion fatta per le vitamine D ed E) e i sali minerali, fino ai sei mesi dal parto. Il latte materno è sicuramente la scelta migliore per il nuovo nato viste le importanti difese che favorisce a livello immunitario, inoltre permette alla mamma e al bambino di instaurare un rapporto intenso di unione, particolarmente utile dopo il primo distacco dovuto al parto.
Il latte materno offre inoltre una quantità di omega-3 molto elevata che è associata positivamente allo sviluppo del sistema nervoso, è infatti uno dei contributi determinanti che ha portato all’evoluzione dall’Homo Ergaster fino all’Homo Sapiens. Esso infine possiede un ottimale rapporto (9/1) di GOS/FOS, (FOS: carboidrati indigeribili o fibre presenti in cicoria, banane, frumento, porri; GOS: fibre composte da monomeri di glucosio e galattosio le cui fonti naturali sono latte e latticini fermentati. Sono importanti prebiotici che aiutano la formazione di una corretta popolazione batterica intestinale necessaria per la digestione, eliminano problemi di gas e scongiurano atopie o malattie infiammatorie).
Tuttavia, qualora l’allattamento al seno non possa essere possibile per mancanza di produzione o per motivi di salute della neo-mamma o del bambino, sono disponibili varie formulazioni di latte vaccino modificato aventi caratteristiche molto vicine al latte materno e con l’aggiunta delle Vitamine K e D. Si tratta di un tipo di latte con una maggiore quantità di proteine quali la caseina, e gli effetti dell’assunzione di questo tipo di latte prima dei nove mesi di vita possono includere la comparsa di allergie e la produzione di Igf-1, sostanza responsabile di un precoce sviluppo del tessuto adiposo e quindi di maggiore probabilità di sviluppo di obesità infantile (anticipazione dell’adiposity rebound prima dei 5-6 anni). La quantità giornaliera può essere determinata moltiplicando il valore di 165 ml per i kg di peso del bambino. La quantità a poppata varia tra i 50 e i 100 ml.
In questa fase il bambino crescerà seguendo le curve di crescita in consultazione dal vostro pediatra. Tuttavia non dovete allarmarvi se vedete il peso aumentare troppo rispetto agli standard, ricordate che sono solo valutazioni statistiche non sempre associabili al singolo caso. Le preoccupazioni possono essere legittime solo se la retta della crescita interseca più curve ma in una età più avanzata.
Un accenno va fatto per i prematuri, questi non posseggono le scorte di acidi grassi omega-3 tipiche dei neonati a termine, inoltre le reazioni di desaturazione non sono mature. Occorre quindi implementare l’alimentazione della mamma con cibi ricchi di omega-3 al fine di favorire il corretto sviluppo del sistema nervoso. In alternativa far assumere ai bambini complessi previtaminici o alla mamma omega-3 in compresse. Tale prescrizione tornerà utile anche per le mamme con bambini a termine, vista la depauperazione prodotta ad opera del nascituro.
Diversi sono i protocolli disponibili per lo svezzamento. In genere viene consigliato non prima del 4° mese e non dopo il 7° mese. Svezzamento non significa eliminazione dell’allattamento ma semplicemente sostituzione di uno o più poppate con alimenti diversi. L’allattamento 500 ml/die può continuare fino 2-3 anni. Tra le varie procedure attuabili si deve tener conto dell’interesse del bimbo, delle abitudini familiari e delle tradizioni locali. E’ importante accostare il bambino alla tavola nei giorni precedenti all’inizio dello svezzamento per farlo giocare con il cibo al fine aumentare la familiarizzazione con i vari alimenti.
Il momento del pasto deve essere sereno, senza costrizioni. Lo svezzamento è una fase normale durante la quale non si priva il figlio di attenzioni, ma semplicemente, lo si aiuta a diventare grande.
Dopo i tre anni si avvicina il momento di un rallentamento meno marcato della velocità di crescita. L’alimentazione deve essere regolare con la presenza di tutti i cibi compresa frutta, verdura e pesce. E’ importante il buon esempio dei genitori. E’ questo il momento in cui un’alimentazione eccessiva fornirà le basi del futuro adulto obeso. L’eccessiva assunzione di merendine di cui i bambini non avrebbero bisogno se non per via dell’influenza pubblicitaria (possono essere sostituite egregiamente da frutta e yogurt) oppure l’utilizzo indiscriminato di panini farciti o di patatine fritte (un menù da fast-food può apportare tutte le calorie di una giornata intera), portano ad un aumento dell’introito calorico in un momento in cui la velocità di crescita è più bassa.
La corretta alimentazione mediterranea prevede un’assunzione di alimenti con proteine e grassi animali limitata da una a tre volte a settimana integrando poi con il pesce altre due, tre volte a settimana; e magari trovando posto almeno per una volta a settimana per i legumi. Invece i nostri bambini mangiano affettati per lo spuntino della mattina (pane e mortadella ad esempio), carne a pranzo (es.: Mc Donald’s), e per cena ancora carne per un totale di tre volte al giorno. Le proteine e i grassi in eccesso portano, quando queste non vengono consumate, ad anticipare il momento dello sviluppo, in alcuni casi addirittura prima dei 5 anni. Se poi non siamo attenti all’eccessivo consumo dei cibi pronti, porteremo i nostri bambini ad assumere coloranti, additivi e conservanti che possono ridurre la salute di piccoli e grandi.
Dai 6-15 anni si assiste ad un veloce incremento della velocità di crescita. Ciò porta all’aumento delle necessità alimentari. E’ la fase dell’adolescenza dove le bambine sviluppano le forme che saranno della futura donna, e dove i bambini sviluppano muscoli e lineamenti più marcati. Non bisogna però uscire dalle indicazioni di una corretta alimentazione. Le adolescenti attraversano un periodo non facile di modifiche e disorientamento con il proprio corpo; soprattutto le più precoci possono trovare difficoltà di rapporto con le coetanee. Tale disagio può essere espresso tramite diete ipocaloriche che riducono le forme corporee. Occorre in questo caso precorrere i tempi insegnando all’adolescente il modo migliore per alimentarsi senza ingrassare e aiutarla ad accettare lo sviluppo.
L’indicazione pratica migliore è quella di fare una buona colazione come dimostrano i dati di Schlundt (1992) Wyatt (2002) e Castro (2004): chi fa colazione presenta un peso più controllato, e chi non mangia al mattino mangerà di più nel pomeriggio. In realtà saltare la colazione non aumenta solo le calorie ingerite nel pomeriggio ma peggiora anche la salute: Farshchi nel 2005 ha documentato l’aumento di diabete e aterosclerosi; Utter nel 2007 ha trovato una correlazione con l’aumento del BMI (indicatore di rischio cardiovascolare), dato confermato da Timlin associandolo alla frequenza settimanale della colazione. Anche in famiglia dovrebbe essere dato il buon esempio facendo colazione a casa e mangiando sempre frutta e verdura sia a pranzo che a cena. Non tenete in frigo o in dispensa troppi cibi di facile consumo (formaggi, affettati, gelati, merendine) e principalmente fate la spesa con una lista ragionata a casa, anche con la partecipazione dei vostri bambini spiegando il motivo delle scelte prima di andare al supermercato. In tutto questo il Nutrizionista sarà il vostro valido aiuto.